LA NASCITA DI

ABITO

Abito nasce dalla comprovata esperienza, maturata in oltre 10 anni di attività di promozione e divulgazione culturale, di un gruppo di amici che hanno fatto di Mantova il centro di un percorso perlustrativo e conoscitivo della Storia del Costume in tutte le sue molteplici manifestazioni. L’applicazione di un metodo ad un’idea, appoggiata sin dalla sua origine dal Fondo Ambiente Italiano e messa al servizio delle attività di raccolta fondi per la tutela del patrimonio territoriale. Il rapporto con il FAI nasce in quanto parte dei costitutivi che dal 2016 fondano ABITO sono stati nervatura del FAI Mantova, per molti anni ed hanno voluto integrare la loro operatività non profit con queste peregrinazioni nella Storia del Costume.

LA NASCITA DI

ABITO

Abito nasce dalla comprovata esperienza, maturata in oltre 10 anni di attività di promozione e divulgazione culturale, di un gruppo di amici che hanno fatto di Mantova il centro di un percorso perlustrativo e conoscitivo della Storia del Costume in tutte le sue molteplici manifestazioni. L’applicazione di un metodo ad un’idea, appoggiata sin dalla sua origine dal Fondo Ambiente Italiano e messa al servizio delle attività di raccolta fondi per la tutela del patrimonio territoriale. Il rapporto con il FAI nasce in quanto parte dei costitutivi che dal 2016 fondano ABITO sono stati nervatura del FAI Mantova, per molti anni ed hanno voluto integrare la loro operatività non profit con queste peregrinazioni nella Storia del Costume.

Il primo risultato è stato di relazionare persone diverse sullo stesso fronte per i medesimi interessi e passioni: Italo Scaietta, Bruna Casella, Michele Venturini, Bibi Benedini, Silvia Araldi, Serena Angelini Parravicini, Nella e Giuseppe Botturi (Scaietta, Casella, Venturini, Benedini, Araldi, Angelini oggi fanno parte di ABITO). Italo Scaietta (al tempo Capo delegazione FAI Mantova, oggi Presidente della Federazione Italiana Amici dei Musei-FIDAM) è la figura dalla cui passione per la Storia del Costume parte l’impresa.

Da sempre interessato al mondo del collezionismo invita, per i 30 anni del FAI (2005), nella sua città, Maria Gabriella di Savoia, per raccontare delle collezioni di gioielli di Casa Savoia. Da questa prima esperienza decide di allungare il passo verso l’ “aristocrazia” della moda italiana invitando, nella città dei Gonzaga, Beppe Modenese, Presidente Onorario della Camera Nazionale della Moda e Giuliana Coen Camerino (Storica creatrice di moda e fondatrice del marchio Roberta di Camerino) per esprimere l’esperienza del made in Italy.

Il primo risultato è stato di relazionare persone diverse sullo stesso fronte per i medesimi interessi e passioni: Italo Scaietta, Bruna Casella, Michele Venturini, Bibi Benedini, Silvia Araldi, Serena Angelini Parravicini, Nella e Giuseppe Botturi (Scaietta, Casella, Venturini, Benedini, Araldi, Angelini oggi fanno parte di ABITO). Italo Scaietta (al tempo Capo delegazione FAI Mantova, oggi Presidente della Federazione Italiana Amici dei Musei-FIDAM) è la figura dalla cui passione per la Storia del Costume parte l’impresa.

Da sempre interessato al mondo del collezionismo invita, per i 30 anni del FAI (2005), nella sua città, Maria Gabriella di Savoia, per raccontare delle collezioni di gioielli di Casa Savoia. Da questa prima esperienza decide di allungare il passo verso l’ “aristocrazia” della moda italiana invitando, nella città dei Gonzaga, Beppe Modenese, Presidente Onorario della Camera Nazionale della Moda e Giuliana Coen Camerino (Storica creatrice di moda e fondatrice del marchio Roberta di Camerino) per esprimere l’esperienza del made in Italy.

Da questo incontro ha avuto origine il primo legame costitutivo della futura associazione con una personalità di rilievo, operante nel mondo moda, della sua stessa città: Bruna Casella, titolare, con il marito Stefano Gozzoli, dei negozi Bernardelli, la quale è entrata in gioco proponendo la sua professionalità, i suoi contatti e i suoi spazi per allargare gli orizzonti di questi progetti divulgativi.

È attraverso Bruna che arriva da Brescia la figura di Michele Venturini, Storico del Costume, appassionato d’Arte e amico che diventa la costante per lo sviluppo di ricerche e convegni che attraverseranno un decennio di lavoro comune.

Da questo incontro ha avuto origine il primo legame costitutivo della futura associazione con una personalità di rilievo, operante nel mondo moda, della sua stessa città: Bruna Casella, titolare, con il marito Stefano Gozzoli, dei negozi Bernardelli, la quale è entrata in gioco proponendo la sua professionalità, i suoi contatti e i suoi spazi per allargare gli orizzonti di questi progetti divulgativi.

È attraverso Bruna che arriva da Brescia la figura di Michele Venturini, Storico del Costume, appassionato d’Arte e amico che diventa la costante per lo sviluppo di ricerche e convegni che attraverseranno un decennio di lavoro comune.

DAI CONVEGNI

AI PRIMI EVENTI

Dai convegni emerge la volontà rappresentativa del costume e della moda e per questo si realizzano vere e proprie mostre a tema. È sempre Bruna che presenta il progetto Costume e i suoi membri, ad una sua cara amica operante nell’imprenditoria del mondo abbigliamento: Simona Barbieri, fondatrice e titolare, con il marito, del marchio carpigiano TWIN- SET e da questo incontro nasce un interesse che porta Simona Barbieri a divenire lo sponsor di queste iniziative.

DAI CONVEGNI

AI PRIMI EVENTI

Dai convegni emerge la volontà rappresentativa del costume e della moda e per questo si realizzano vere e proprie mostre a tema. È sempre Bruna che presenta il progetto Costume e i suoi membri, ad una sua cara amica operante nell’imprenditoria del mondo abbigliamento: Simona Barbieri, fondatrice e titolare, con il marito, del marchio carpigiano TWIN- SET e da questo incontro nasce un interesse che porta Simona Barbieri a divenire lo sponsor di queste iniziative.

Questo allarga le opportunità di rendere visibile l’operatività del gruppo e di conseguenza ottenere maggiore riscontro di pubblico. I luoghi mutano, per esigenza di spazio, grazie all’accresciuta utenza e da una piccola sala della Banca Agricola Mantovana si giunge alla sala convegni di Confindustria e all’Aula Magna dell’Università.

Al team consolidato si aggiungono, stabilmente le figure di Bibi Benedini, dello Studio di architetti Benedini & Associati (AGAPE) da sempre operativa nel non profit e l’architetto Botturi con la moglie Nella i quali aprono la loro casa mantovana a studiosi, testimonial e appassionati di diversa estrazione culturale per dare ubicazione alle impressioni e scambi di opinione sui temi proposti, così come fanno il notaio Omero Araldi e la moglie Silvia. Gli specialisti del settore si avvicendano, a Michele Venturini, nel portare argomenti target per il lavoro sui convegni.

Questo allarga le opportunità di rendere visibile l’operatività del gruppo e di conseguenza ottenere maggiore riscontro di pubblico. I luoghi mutano, per esigenza di spazio, grazie all’accresciuta utenza e da una piccola sala della Banca Agricola Mantovana si giunge alla sala convegni di Confindustria e all’Aula Magna dell’Università.

Al team consolidato si aggiungono, stabilmente le figure di Bibi Benedini, dello Studio di architetti Benedini & Associati (AGAPE) da sempre operativa nel non profit e l’architetto Botturi con la moglie Nella i quali aprono la loro casa mantovana a studiosi, testimonial e appassionati di diversa estrazione culturale per dare ubicazione alle impressioni e scambi di opinione sui temi proposti, così come fanno il notaio Omero Araldi e la moglie Silvia. Gli specialisti del settore si avvicendano, a Michele Venturini, nel portare argomenti target per il lavoro sui convegni.

Studiosi e testimonial da Gloria Bianchino ad Anna Gastel, da Riccardo Vannetti ad Antonio Marras, da Edgarda Ferri a Elio Fiorucci, sino a Roberto Capucci, diventano i protagonisti di una tecnica divulgativa che li pone in interconnessione con le discipline dell’estetica globale, grazie al sistema operativo del gruppo ABITO. Dai luoghi ove vengono contestualizzati convegni e mostre, al metodo Venturini di approccio all’analisi dei temi e soggetti protagonisti, sino al piacere dell’accoglienza che viene riservata agli intervenuti, fanno dei gesti divulgativi eventi interconnettivi tra pubblico, tema e luogo. Non solo convegni, ma mostre ed anteprime, progetti video inediti, come ad esempio quello realizzato con Fondazione Gianfranco Ferré ed annessa mostra…

Presenze fisiche e non più solo evocazioni.
Grazie all’evento creato per Capucci entra in squadra Serena Angelini Parravicini, studiosa del Costume e in forza già alla Fondazione Roberto Capucci. Questo gruppo di amici decide così di uscire allo scoperto con le figure cardine che lo hanno animato e darsi il nome “ABITO” e uno statuto associativo non-profit. Il modus operandi e l’identità originaria è già un marchio. I lavori svolti in più di 10 anni di attività connessa al FAI sono stati molteplici. Ora cammina autonomamente con la mission dell’approfondimento e della multimedialità sul soggetto elettivo di Moda e Costume, quali icone del tempo, spogliandosi della veste del FAI per indossare ABITO.

Studiosi e testimonial da Gloria Bianchino ad Anna Gastel, da Riccardo Vannetti ad Antonio Marras, da Edgarda Ferri a Elio Fiorucci, sino a Roberto Capucci, diventano i protagonisti di una tecnica divulgativa che li pone in interconnessione con le discipline dell’estetica globale, grazie al sistema operativo del gruppo ABITO. Dai luoghi ove vengono contestualizzati convegni e mostre, al metodo Venturini di approccio all’analisi dei temi e soggetti protagonisti, sino al piacere dell’accoglienza che viene riservata agli intervenuti, fanno dei gesti divulgativi eventi interconnettivi tra pubblico, tema e luogo. Non solo convegni, ma mostre ed anteprime, progetti video inediti, come ad esempio quello realizzato con Fondazione Gianfranco Ferré ed annessa mostra…

Presenze fisiche e non più solo evocazioni.
Grazie all’evento creato per Capucci entra in squadra Serena Angelini Parravicini, studiosa del Costume e in forza già alla Fondazione Roberto Capucci. Questo gruppo di amici decide così di uscire allo scoperto con le figure cardine che lo hanno animato e darsi il nome “ABITO” e uno statuto associativo non-profit. Il modus operandi e l’identità originaria è già un marchio. I lavori svolti in più di 10 anni di attività connessa al FAI sono stati molteplici. Ora cammina autonomamente con la mission dell’approfondimento e della multimedialità sul soggetto elettivo di Moda e Costume, quali icone del tempo, spogliandosi della veste del FAI per indossare ABITO.

ABITO

BATTESIMO
E TAPPE

Il 2016 è l’anno del battesimo dell’Associazione “ABITO – Storie di Moda e Costume”. Al nucleo originario si addizionano la figura di Manuela Galli e Constanza Zukierman entrambe provenienti dal mondo moda, design e comunicazione. Il 2017 vede l’ingresso di Cinzia Aldrovandi, anch’essa appassionata di stile, con professionalità spesa nel marketing e nel 2018 di Maria Elena Levoni che da sempre si occupa delle dinamiche relazionali e comunicative dell’uomo ed è appassionata del bello e dell’arte. Il logo viene disegnato, nel 2016, dall’architetto Italo Lupi, uno dei più importanti creatori di graphic design a livello internazionale. Oggi ABITO è tangente alla vita dei protagonisti della moda e del costume con nuovo vigore. Le collaborazioni e le partnership con istituzioni ed enti di alto profilo culturale lo hanno portato ad operare in quell’ “Ombelico del Mondo” che sembra partire dal Teieto di Mantova per raggiungere i vibranti temi della moda e del costume tra passato, presente e futuro.

ABITO

BATTESIMO E TAPPE

Il 2016 è l’anno del battesimo dell’Associazione “ABITO – Storie di Moda e Costume”. Al nucleo originario si addizionano la figura di Manuela Galli e Constanza Zukierman entrambe provenienti dal mondo moda, design e comunicazione. Il 2017 vede l’ingresso di Cinzia Aldrovandi, anch’essa appassionata di stile, con professionalità spesa nel marketing e nel 2018 di Maria Elena Levoni che da sempre si occupa delle dinamiche relazionali e comunicative dell’uomo ed è appassionata del bello e dell’arte. Il logo viene disegnato, nel 2016, dall’architetto Italo Lupi, uno dei più importanti creatori di graphic design a livello internazionale. Oggi ABITO è tangente alla vita dei protagonisti della moda e del costume con nuovo vigore. Le collaborazioni e le partnership con istituzioni ed enti di alto profilo culturale lo hanno portato ad operare in quell’ “Ombelico del Mondo” che sembra partire dal Teieto di Mantova per raggiungere i vibranti temi della moda e del costume tra passato, presente e futuro.

PARTNERS

PARTNERS